Intervista ad Angelica Fazari, vincitrice del premio Lea Garofalo
Lo scorso 23 ottobre la studentessa del Liceo Scientifico Michele Guerrisi Angelica Fazari ha vinto a nome della nostra scuola il Premio Nazionale “Lea Garofalo”. Il concorso è stato indetto in memoria delle vittime innocenti della criminalità organizzata e, in particolar modo, è stato dedicato a Lea Garofalo, uccisa dal marito ndranghetista che non accettò la decisone della moglie di divorziare da lui; quindi dopo averle teso una trappola la uccise con l’aiuto dei suoi uomini. Per la partecipazione a questo progetto Angelica ha realizzato un dipinto in cui sono raffigurati Lea Garofalo e Francesco Vinci, a cui il 21 marzo 2022 è stata dedicata la nostra biblioteca scolastica. Lo scopo del dipinto è quello di comunicare un messaggio molto chiaro, ovvero che la lotta contro la mafia non si ferma con le loro morti, ma continuerà in eterno e loro devono essere un esempio per tutti: due giovani uccisi ingiustamente solo per essersi schierati dalla parte giusta e per aver espresso le loro opinioni. Adesso faremo un intervista alla vincitrice del premio: Angelica Fazari.
Il 24 novembre si è svolta la seconda edizione del premio Lea Garofalo, concorso nel quale ti sei classificata al secondo posto. Quali emozioni hai provato nell’essere risultata vincitrice?
“Alla visione dell’esito della classifica ho provato una grande emozione e soddisfazione per il lavoro svolto con l’aiuto indispensabile del professore Sergio Morfea; quindi posso dire di essere stata veramente molto orgogliosa di me stessa perché non mi sarei aspettata un risultato del genere.”
Il premio in cosa è consistito?
“Il premio ricevuto e a me consegnato dallo stesso autore Paolo De Chiara, consisteva in una targhetta con sopra scalfita la figura fatta a mano della giovane Lea, e in un buono di 100 euro che ho deciso di donare volentieri al nostro istituto e da spendere per materiali utili al progetto “Arte e Colori”.
La tela , ideata sotto diretta osservazione del professore Sergio Morfea , cosa rappresenta?
“ Rappresenta Lea Garofalo e Ciccio Vinci, al quale è intitolata la biblioteca del nostro istituto, che nonostante non si siano mai conosciuti nella realtà li accomuna una storia molto simile con fulcro sempre la mafia; quindi ho deciso di rappresentarli assieme mentre avanzano per spezzare la ragnatela che li circonda, metafora per la mafia usata spesso da Ciccio Vinci che diceva: “Dobbiamo spezzare questa ragnatela che ci opprime”. Infine ho deciso di lasciare lo sfondo molto chiaro per mettere in risalto ed illuminare i due protagonisti.”
Il lavoro svolto è frutto di un percorso iniziato col progetto biblioteca e la lettura del libro di Paolo de Chiara , “Una fimmina calabrese” . Quanto questo scritto ti ha particolarmente affascinato ?
“Devo dire che mi ha affascinato molto, infatti proprio questo mi ha spinto ad approfondire la storia di Lea Garofalo, a me prima sconosciuta; tutto questo è stato possibile solamente al progetto biblioteca che, non solo mi ha dato la possibilità di leggere e venire a conoscenza di questo stupendo libro, ma anche di incontrare il fantastico autore Paolo de Chiara.”
Le due figure di Ciccio Vinci e Lea Garofalo sono ritratte abbracciate, che incedono coraggiosamente verso un futuro ideale privo della piaga della mafia. Da dove nasce tale idea di accomunare questi due personaggi?
“Grazie all’aiuto del professore Sergio Morfea ho avuto l’idea di immaginare in un altro mondo Ciccio Vinci e Lea Garofalo, entrambi giovani vittime della mafia, insieme che combattono con dedizione questa brutta ragnatela, che non è altro che la mafia.”
La premiazione è avvenuta a Casoli, un piccolo borgo caratteristico dell’Abruzzo . Quali sono stati i momenti più particolari che ricordi con piacere?
“Tralasciando il momento vero e proprio della premiazione che è stato veramente molto emozionante per me, il momento che più mi è rimasto impresso è indubbiamente l’incontro che ho avuto con Marisa, sorella di Lea Garofalo, poiché sono riuscita a leggere nei suoi occhi tutta l’ammirazione che provava per me in quel momento e ovviamente tutto il dolore che ha dovuto subire ingiustamente.”
La borsa di studio del valore di 100 euro come verrà da te utilizzata?
“Ho deciso di spendere la mia borsa di studio interamente per la scuola, specialmente per sostenere i due progetti che mi hanno portato alla vittoria, quindi utilizzerò una parte per acquistare del materiale utile al progetto “Arte e Colori” e la restante per nuovi libri che donerò alla nostra biblioteca.”
La scuola che ruolo ha avuto in tutto ciò?“La scuola ha avuto un ruolo fondamentale poiché mi ha sempre seguito in questo progetto, dall’idea, sviluppata con l’aiuto del professore Morfea, alla realizzazi
one e mi ha messo a disposizione di tutto ciò che mi servisse senza farmi mancare nulla, tantomeno la soddisfazione di andare ritirare personalmente il premio a Casoli accompagnata dalle professoresse Rigoli e Zappone. Quindi devo questa vittoria alla scuola che ha creduto in me fin da subito.”
Grazie mille Angelica per averci dedicato un po’ del suo tempo ed è stato un piacere intervistare una ragazza così giovane ma allo stesso tempo talentuosa come te. Ti auguriamo che questo sia il primo di tanti successi!
“Grazie mille a voi, è stato un piacere.”
Brigida Martino