Gli alunni del Guerrisi incontrano il giudice Di Bella
La mattina del 23 febbraio, i ragazzi del progetto “Dalle Aule Parlamentari alle Aule di Scuola” hanno incontrato telematicamente il giudice Roberto Di Bella, da sempre impegnato nella lotta contro le mafie, svolgendo la sua attività prima come giudice e poi come Presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria. Dal 2020 dirige l’omologo ufficio giudiziario a Catania.
Il giudice ritiene che “delinquenti non si nasce, ma si diventa”, per questo continua a dedicare la sua vita alla tutela dei minori che vivono in contesti criminali.
Nel 2012 il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria per sua iniziativa, ha adottato per primo in Italia la procedura di allontanamento di un ragazzo da una famiglia di mafia.
Strappare i ragazzi da questi ambienti significa offrirgli la possibilità di studiare e lavorare, educandoli alla cultura della legalità.
Il nostro webinar ha trattato la tematica della libertà di scelta, la stessa che ha ispirato il dottor Di Bella nella scrittura del suo libro “Liberi di scegliere”, nel 2019 messo in scena in un film dal medesimo titolo.
Nelle famiglie di mafia “la libertà di scelta è fortemente condizionata” dice Di Bella.
Il giudice ha osservato centinaia di ragazzi che sono passati dal Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, ragazzi con potenzialità e sentimenti che li devono far aspirar
e a una vita diversa da quella della carcerazione o della morte.
Per evitare questo destino terribile a questi sfortunati giovani, bisognava fare qualcosa di più.
Di Bella racconta “abbiamo cominciato ad allontanarli dalle loro famiglie per inserirli in altre strutture comunitarie o famiglie di volontari”.
Qual è l’obiettivo di questi procedimenti? Sicuramente non è punitivo, ma atto a garantire una regolare crescita di questi ragazzi. ”Mandandoli altrove, noi vogliamo consentire loro di fare delle esperienze diverse. È una sorta di progetto Intercultura”.
Tra le domande poste al giudice è di rilevante importanza quella che concerne gli strumenti per combattere la mafia, in particolare su quale sia a suo parere il mezzo più efficace: “Sicuramente lo studio a scuola! È bene che i vostri insegnanti vi aiutino a riflettere”.
Per combattere un fenomeno è necessario conoscerlo: ecco perché l’istruzione gioca un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani.
Il giudice di Bella ha concluso lanciando un importantissimo messaggio ai ragazzi “La scuola deve formarvi a diventare cittadini del domani, deve sviluppare un vostro senso di responsabilità morale e sociale per farvi diventare dei bravi cittadini”.
Giada Nicolò classe IV L