Elisir di lunga vita
Molti sono gli aspiranti ad una vita longeva ma solamente in pochi, per svariati motivi, riescono ad ottenerla. Secondo un articolo pubblicato nella rivista Nature Aging (California), alcuni ricercatori e analisti, basandosi sugli studi condotti da Gurdon e Yamanaka, premi Nobel per le medicina nel 2012, si sono soffermati sul tema della riprogrammazione cellulare, con lo scopo di fornire a tutto il mondo un antidoto
che permetta di rallentare l’invecchiamento, andando così a sfatare la leggenda del cosiddetto «elisir di lunga vita».
La particolare conformazione dell’intruglio è garantita da un mix di quattro molecole, anche note come «fattori di Yamanaka», le quali hanno la funzione di ripristinare l’epigenetica (ossia l’insieme di modificazioni ereditabili o acquisibili dall’ambiente) delle cellule. Le sperimentazioni iniziano ufficialmente a partire dal 2016, data in cui alcuni topi vengono utilizzati come cavie per sperimentare la veridicità o la falsità dell’ipotesi precedentemente illustrata dagli studiosi. Proprio questi animali, secondo il biochimico Juan Carlos Izpisùa Belmonte, sono la chiave del problema; lui stesso infatti, afferma che: «La tecnica è sicura ed efficace nei topi».
L’esito della somministrazione dell’antidoto sui roditori si rivela, sorprendentemente, positivo. Il trattamento serbato a topi anziani di circa 124 settimane di età, corrispondenti circa a 77 anni in un essere umano, gli ha permesso di aumentare le loro aspettative di vita di circa il doppio. Un altro aspetto da non sottovalutare, al fine di provare a spingere anche gli esseri umani ad accettare una simile sperimentazione, è quello delle conseguenze positive sulla salute; infatti nessun topo presenta alterazioni delle cellule del sangue o in altre sedi.
Giunti a questo punto la stampa ed il pubblico si dividono tra scettiscismo e fiducia: Vittorio Sebastiano, professore dell’Università di Stanford, afferma: «È un bell’esercizio intellettuale ma non mi sognerei mai di testare qualcosa di simile su una persona». Noah Davidson, membro della corporazione scientifica, al contempo, dichiara: «Se non credessi che un giorno potremo ringiovanire gli umani, non starei lavorando su questa tecnica».
A questo punto non ci resta che attendere gli sviluppi della situazione perché la soluzione di questo enigma sarà solamente frutto del tempo.
Davide Giovinazzo