Ecomafia, una minaccia globale
Raccontare l’impatto delle ecomafie sul territorio, riflettere sui risvolti economici, sociali e ambientali, sulle responsabilità individuali e collettive. L’incontro che si è svolto oggi presso il Palazzetto dello Sport del Liceo Scientifico “Guerrisi” con una rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri -e che si colloca nell’ambito del progetto “Senato e Ambiente”-, ha rimarcato l’importanza della discussione sul fronte dell’impegno, del contrasto, della consapevolezza civile nella lotta alla ‘ndrangheta. Proiettando l’ecomafia in una dimensione globale, il tenente colonnello Rocco Lupini, comandante dei Carabinieri forestali di Reggio Calabria, ha illustrato, partendo da un excursus storico, le peculiarità di un fenomeno pervasivo, il cui sistema lucroso si dipana in una fitta rete nella quale sono coinvolte spesso le multinazionali. Lupini ha riflettuto con le ragazze e i ragazzi presenti sugli intrecci investigativi che riguardano «il racket degli animali, il traffico delle macellazioni clandestine, i traffici d’avorio, di coralli, il bene paesaggistico, ma soprattutto i rifiuti industriali ecotossici», sottolineando come appaia prezioso, in questo senso, «il commercio del ferro non trattato, con cui si riesce a riciclare il denaro». Il colonnello ha ragionato ancora sul concetto di plusvalenza, tratteggiando il volto di organizzazioni criminali che si confondono con una fisionomia imprenditoriale, «il cui unico obiettivo è inseguire l’utile economico». A discapito della tutela, della salvaguardia della salute pubblica: nodi cruciali che attraversano il territorio della Piana, su cui gli studenti coinvolti nel progetto sono chiamati a riflettere, nell’ottica di una partecipazione fattiva, già a partire dal campionamento delle acque del torrente Vacale, e la conseguente analisi dei risultati microbiologici e chimico-fisici.